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Con piacere pubblichiamo il resoconto, corredato di riflessioni, di Luca Rota, promotore e protagonista (con Nicola Pigazzini e Gianni Carsana) della bella giornata di ieri: una camminata ‘narrata’, attorno ai luoghi naturali e ai vecchi nuclei legati al lavoro dei muratori carennesi, fino alla scoperta di un misterioso edificio tra i boschi…

 

15 Ottobre, un successo!

Un successo! Non si può che definire in questo modo Storie in cammino tra semplici cascine e grandi alberghi, l’evento che il Museo ha organizzato domenica 15 ottobre lungo il settore del percorso della Valle dei Muratori che dall’Oratorio di San Domenico transita per il nucleo rurale di Montebasso e raggiunge la dorsale dell’Albenza nei pressi del Passo degli Spagnoli e dell’ex Grande Albergo del Pertüs.

Complice una meteo quasi estiva e un cielo limpidissimo, una trentina di persone si è impegnata nella scarpinata sul sentiero spesso ripido – ma con continui e meravigliosi scorci della conca di Carenno e dei monti circostanti – sostando dapprima presso la cava di spolverino in località Costa Piana e quindi presso la grande calchera di Monte Ocone e la vicina cava di sabbia, stazioni del percorso museale delle quali il geologo Nicola Pigazzini ha illustrato la storia e le caratteristiche geologiche ed edilizie, coadiuvato dalla preziosa esperienza di Gianni Carsana, decano dei muratori carennesi.

È grazie a tali risorse della montagna locale, e all’ingegno delle genti che lungo i secoli vi hanno intessuto un legame profondo e ricco di sapienze sovente sorprendenti, che sono state edificate le “semplici cascine” che ancor oggi testimoniano la vita sui monti e che hanno costruito e consolidato nel tempo la rinomata tradizione edile di Carenno e dei suoi muratori.

Quella tradizione che ha permesso di edificare anche un vero e proprio gioiello architettonico ottocentesco: il Grande Albergo del Pertüs, luogo emblematico degli albori del turismo sui monti i cui muri, nonostante i segni del tempo, sanno ancora narrare moltissime storie, alcune delle quali sono state illustrate ai presenti dallo scrittore Luca Rota durante la visita agli ambienti interni dell’albergo, eccezionalmente riaperti al pubblico dopo lunghissimo tempo grazie alla gentile disponibilità della famiglia Maggi, attuale proprietaria dello stabile, e per la quale al gruppo di camminatori iniziali si sono aggiunte molte altre persone, giunte appositamente in loco anche da Forcella Alta e dalla Valle Imagna.

Dopo il pranzo presso il laghetto di Forcella Alta, la comitiva è tornata a valle transitando dall’antica strada comunale che collega Carenno con la zona del Monte Tesoro, la quale conserva ancora in vari tratti la presenza del rissöl, la selciatura originaria in pietra locale che di nuovo testimonia in modo suggestivo la grande manualità edificatoria del territorio nonché l’importanza dei secolari traffici commerciali tra Val San Martino e Valle Imagna.

È stata una bella giornata sotto tutti i punti di vista, insomma, e in particolar modo per come abbia dimostrato il grande interesse ancora ben presente nel pubblico verso i saperi tradizionali e la peculiare cultura di un territorio che va certamente salvaguardata ma, ancor più, sviluppata quale ottima base per un’evoluzione futura in campo edile – così pure, più in generale, nel rapporto culturale  tra l’uomo e il territorio – realmente ecosostenibile e nuovamente in armonia con l’ambiente e la sua storia: una missione che Ca’ Martì porta avanti con impegno fin dalla sua genesi museale e, anche grazie e giornate come queste, con sempre maggiore convinzione.

Carenno, 16 ottobre 2017

Ca’ Martì rinnova i ringraziamenti alla famiglia Maggi per l’opportunità concessa, ai Volontari impegnati nella preparazione e conduzione della giornata ed a tutti i partecipanti.

Segnaliamo che il Centro Studi Valle Imagna ha pubblicato nel 2000 il volume di Costantino Locatelli “Costa Imagna e il Pertüs”.