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Nel 2009 il Comune di Carenno pubblica il volume "Muratori della Valle San Martino" 

a cura di Angelo De Battista e Cristina Melazzi

con saggi di Maria Andreotti, Fabio Bonaiti, Angelo Borghi, Gabriele Medolago

e contributi di ValterBiella, Giorgio Foti, Natale Perego, Nicola Pigazzini, Volontari del Museo Ca' Martì

(Cattaneo Ed. - Oggiono ) - Collana Ricerche di Etnografia e Storia n° 14

Presentazione 

Quella del muratore è stata, nel secolo scorso, la figura professionale maschile più significativa e radicata nei paesi della Valle San Martino.

In questi paesi il ‘mestiere di costruire’ ha attraversato il tempo, passando da padre in figlio, diventando quanto simbolo delle capacità e dell’operosità degli abitanti e dando una risposta al bisogno di lavoro, in una Valle dove la terra offriva poco.

Da qui è nato l’interesse a ricostruire, da diversi punti di vista, la storia dei ‘Muratori della Val San Martino’, ad indagare la cultura del lavoro e le dinamiche sociali di un gruppo professionale dal forte senso di identità.

Il libro propone dunque i risultati di studi che hanno esplorato la vicenda dei muratori della Val San Martino dal punto di vista della storia e dell’etnografica, cioè delle due prospettive che meglio consentono di illustrarla.

Il primo saggio ricostruisce, dal 1100 fino al 1900, la presenza nella Valle San Martino e nei territori vicini, di mastri costruttori, artigiani, architetti, che hanno dato vita ad edifici civili e religiosi, rimasti nei secoli quali punti di riferimento per le popolazioni.

Attorno a loro un territorio ricco della materia prima necessaria: i boschi per il legname d’opera, le cave per le pietre da costruzione, l’argilla da cuocere nelle fornaci di produzione dei laterizi.

Ma oltre che per la profondità nel tempo, la vicenda dei muratori di questa Valle si caratterizza anche per l’estensione nello spazio.

E’ il tema del secondo saggio, che tratta dell’emigrazione stagionale verso la Francia e la Svizzera di decine e decine di muratori, soprattutto dai paesi di Carenno, Sopracornola, Erve, Rossino.

Si incontrano, in queste pagine, uomini che hanno attraversato il confine in cerca di lavoro e che hanno portato nei cantieri d’oltralpe le loro capacità costruttive, per le quali erano molto apprezzati. Ma si incontrano anche donne, che hanno seguito i mariti all’estero o che, rimanendo in Valle, hanno continuato le attività agricole, conservando l’equilibrio del territorio.

Un territorio che ha visto affermarsi e diventare attività dominante, tra Settecento e Novecento, quella che oggi chiamiamo ‘edilizia tradizionale’, fatta di saperi antichi, tecniche consolidate nell’esperienza e forte consapevolezza professionale.

La prospettiva etnografica con cui vengono descritte le fasi del lavoro mette in evidenza le azioni e le pratiche che portano alla costruzione dell’edificio: come e con quali attrezzi vengono cavate pietre e sabbia, come si produce la calce, come viene allestito il cantiere, come si procede nella costruzione dell’edificio, dalle fondamenta al tetto.

Questo insieme di storia, esperienze di vita, capacità di lavoro fanno del mestiere del muratore un elemento di identità sociale che si manifesta e si rafforza anche in eventi di grande significato e di intensa partecipazione popolare, come quando all’inizio del Novecento i carennesi hanno costruito, con lavoro volontario, la nuova parrocchiale.

Vista la predominanza di questa professione, molti elementi della vita sociale e culturale della Valle ruotano attorno alla figura del muratore e qui viene indagato il rapporto con la musica, analizzato sia attraverso esperienze individuali, sia attraverso la presenza di gruppi e bande di suonatori.

Sul piano del metodo, la ricerca si è sviluppata in coerenza con le premesse: documenti d’archivio, mappe del territorio, testimonianze orali, fotografie di persone, di ambienti, di attrezzi costituiscono le fonti della ricostruzione storica e della descrizione etnografica.

Infine, i collegamenti con il Museo del Muratore di Carenno e con la Scuola Edile di Lecco, allude alla possibile connessione tra il passato ed il futuro di una professione che nel territorio lecchese è stata ed è socialmente importante. 

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English summary:

The builder’s labourer has been in the past centuries the most important male occupational job in the towns of Valle San Martino.

In this research we try to go back over the history of “ Builders of the Valle San Martino” from different viewpoints,  looking into material culture and social interactions in a workers’ group with a high sense of identity.

The first essay reconstructs the presence of masters builder, craftsman, draftsman who built palaces, town halls and religious buildings, in the Valle San Martino and in the surrounding area from 1100 till 1900, which remains from age to age benchmark for the whole people of the place.

All around you can see a country which is rich in necessary raw materials: woods to obtain timbers, caves to dig out stones for the buildings and clay to bring to the furnace to produce bricks.

The second essay deal with the seasonal emigration to France and Suisse of dozen and dozen of builders, mainly from the following towns: Carenno, Sopracornola, Erve e Rossino.

In these pages you will meet men who brought into construction sites in the north of Alps their constructive ability for which they had been mostly appreciated.  But you will meet also women, who followed their husbands abroad or who staying in Valle San Martino and continuing agricultural activities, preserved the equilibrium of the territory.

The second part of this book describes the various phases of the work in the traditional buildings’ construction and emphasizes the actions and practices required for building: how and with which tools workers dig stones and sand, how men get quicklime, how they set up construction site, their actions from the foundations to the roof  to build a building.

As regards the historical method used, this research utilized archive documents, maps of the territory, oral sources, photos of people, working environment and tools.

(translation Silvia Brianti)

Indice del volume